Dagger ~ 'cause insane minds think alike


A New CaseSherlock Holmes - John Watson

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  1. Nim
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    DZtP9
    Seduto nella mia poltrona preferita nel mio studio rimanervo al buio. Una piccola luce inquadrava il muro dinnanzi a me, lo fissavo da un paio d'ore ormai giocherellando con la mia piccola chitarra. Il fido bull dog giaceva inerme vicino alla mia poltrone. La sua finta morte e il suono dello strumento erano le uniche cose che mi distraevano dalle miriade di fogli appesi a quel muro. Ebbene sì, un nuovo caso stuzzicava la mia mente e la mia curiosità. E non erano molti i casi a cui mi dedicavo con tale passione. Mi alzai inciampando su un vecchio tappetto mezzo bruciato mentre nel buio avanzavo verso la parete. Dalla giacca sfilai la mia pipa e me la portai in bocca accendendola. Aspirai con molta calma. I miei occhi fissi sempre lì. Il muro. La mia mente vagava sui possibili indizi, ma sopratutto anche su quelli che si celavano. Erano quelli più importanti, quelli nascosti, quelli che si celano ma non del tutto perchè sono lì che si domandano perchè non ti accorgi di loro. Quasi si prendono gioco di te. Ma sapevano che prima o poi sarei stato io a prendermi gioco di loro. Elementare, non c'è mai ovvio più ovvio dell'ovvietà. Una nuvola di fumo uscì dalle mie labbra. Al piano inferiore qualcuno si muoveva con calma chiudendo la porta di ingresso. In strada qualcuno urlava le ultime notizie e dei bambini si rincorrevano felici e sporchi di fango mentre una madre urlava a qualcuno di far ritorno a casa. Suoni. Suoni che invasero la mia mente mentre ero ancora concentrato su quel muro. La prima domanda? Perchè. Poi arrivavo al come e a seguire al quando. Infine vi era quella più importante. Chi.








    NSlEF
    Ero appena tornato dall'ambulatorio, non era stata una giornata particolarmente movimentata, anzi era da un po' che sinceramente non succedeva niente di nuovo.. però speravo comunque che sarei riuscito a rilassarmi una volta a casa. Entrai cautamente nell'appartamento immerso nel più assoluto silenzio.. cosa che non mi stupì molto a dire il vero. Non era certo una novità che Holmes si rinchiudesse nella sua camera per periodi indefiniti, ma ero abituato anche a quello ormai. Salutai cortesemente Mrs Hudson, quella santa donna, per poi salire le scale che mi separavano dalla mia meta. A volte mi chiedevo come diavolo facesse a starsene rintanato lì dentro, probabilmente non l'avrei mai capito. Non mancai di bussare alla porta, ma quando non ottenni alcuna risposta sospirai rassegnato ed entrai nella stanza, in cui nemmeno a dirlo.. regnava il caos. "Per l'amor del cielo, Holmes! Quando la smetterà di avvelenare il povero Gladstone?" Esclamai scuotendo leggermente la testa. Per fortuna non gli era ancora venuta la brillante idea di ucciderlo, però non è che fossi poi tanto contento del fatto che lo usasse per i suoi esperimenti! Ad ogni modo sapevo bene che le sue abitudini non sarebbero cambiate.
    "E spero non abbia ancora intenzione di rimanere rinchiuso in questa stanza, che tra l'altro.. avrebbe bisogno di un po' d'ordine una volta ogni tanto. Ma cosa lo dico a fare? Tanto non mi ascolta.." Feci avvicinandomi a lui.
    Infine mi sedetti su una poltrona poco distante e aspettai pazientemente una qualsiasi sua risposta.








    DZtP9
    3... 2... 1... Sorrisi mentre il mio caro e vecchio amico nonchè coinquilino entrò nella mia stanza. Prevedibile. Fin troppo. Esperimenti mio caro Watson, esperimenti.. Alzai il dito verso il soffitto rimanendo comunque di spalle. Il nostro amico Gladstone entrerà nella storia per il suo grande contributo. Afferrai un bastone e mi misi a giocherellare. Infine con il bastone tra le spalle mi girai verso il dottore. Io spero che lei non abbia ancora intenzione di contrarre matrimonio. La vita è così... così... Feci finta di pensar a come poter concludere nel miglior modo la frase guardando il soffitto. Pochi secondi dopo tornai a lui seduto sulla mia poltrona. Potrebbe anche sforzarsi di aiutarmi! Non si può mai fare affidamente su di lei Watson! Assunsi un tono quasi offeso. In quello stesso istante il piccolo cane tornò in piedi con un salto scappando via dalla stanza. Sorprendente! Esclamai correndo vero la mia scrivani annotando qualcosa su vecchi fogli di carta. Davvero stupefacente.








    NSlEF
    Mi massaggiai le tempie con le dita udendo ciò che aveva da dire in merito a Gladstone, il quale se avesse potuto parlare non sarebbe stato molto d'accordo con il detective. "Esperimenti .. certo." Borbottai rassegnato, quasi tra me e me. Sollevai un sopracciglio quando tirò di nuovo fuori l'argomento del matrimonio, incredibile come cercasse ogni modo possibile per dissuadermi dall'idea, dato che ormai ero convinto e avevo l'età giusta per prendere tale decisione. "Le sembra così assurdo che io voglia una famiglia e quindi sposarmi?" Chiesi al mio, seppur a volte insostenibile, amico senza troppi giri di parole. Lo guardai per un attimo senza capire, ma quando feci vagare attentamente lo sguardo per la camera, notai i fogli appesi al muro e alcuni erano decisamente lì da poco, sempre che non fossi impazzito veramente. A quel punto sorrisi, capendo perchè reclamasse a gran voce la mia partecipazione. Un nuovo caso... non poteva trattarsi d'altro. "Cosa abbiamo questa volta?" Domandai per poi alzarmi lentamente, poco dopo la fuga di Gladstone dalla stanza.. come biasimarlo?








    DZtP9
    Mi sembra assurdo... Cominciai a parlare mentre ancora ero assorto nei miei appunti. Che lei abbia preso certe decisioni senza neanche consultarmi. Finì la frase riposando il foglio sorridendo ingenuamente. Infine notò ciò che più mi premeva che lui vedesse, ci voleva un pò di tempo ma alla fine arrivava nel punto che io mi ero preffisato già parecchie ore prima. Noto che il suo spirito di osservazione stia migliorando Watson Affermai compiaciuto mentre mi versavo un pò di tè che gentilmente Mrs Hudson era stata costretta a prepararmi. Infine ne versai un'altra tazza per lui. Questo mio caro onesto amico è un caso che ha dell'incredibile. O almeno era quello che volevano farmi credere. Mi avvicinai verso di lui porgendogli la tazza di tè mentre io ne bevevo un abbondante sorso. Mi piaceva stuzzicare la sua curiosità.









    NSlEF
    Sospirai, vedendomi costretto a rispiegargli un'altra volta la questione matrimonio. E poi mi sembrava una decisione piuttosto personale, che per lui avrebbe avuto poco interesse oltretutto. Perchè non poteva semplicemente essere felice per me? "Però le ho riferito ancor prima che iniziassi a pensare al matrimonio, del mio sincero interesse nei confronti della signorina Morstan, no?" Feci prendendo tra le mani la calda e fumante tazza di tè. La sua affermazione sul mio "spirito di osservazione" non mi sfuggì, ma mi concentrai su quello che disse dopo.. sul caso. Se ne parlava in quei termini doveva essere qualcosa di diverso dal solito, non potevo negare di esserne incuriosito. "Addirittura incredibile, in tal caso sarà decisamente interessante! Ha già qualche idea in merito?" Era evidente che avesse già cominciato a pensarci, del resto convivevamo da un po' di tempo. Sorseggiai con calma il tè e lo guardai al di sopra della piccola tazza. "Grazie." Dissi rivolgendo un cenno all'oggetto tra le mie mani, in fondo ero pur sempre una persona educata... e ringraziare non faceva mai male.








    DZtP9
    Devo essermelo perso... Posai la mia tazza di tè, mi recai verso la grande vetrata della mia stanza e velocemente scostai prima l'una e poi l'altra tenda. Il sole entrò prepotente all'interno che mi costrinse a chiudere gli occhi. Ebbene sì, non riuscivo a sopportare l'idea che da lì a qualche giorno lui se ne sarebbe andato, si sarebbe sposato e... Rinunciai a quei pensieri. In qualche modo mi infastidivano. Ascoltai la sua domanda distrattamente. Naturalmente era una distrazione molto più che attenta. Cosa le fa pensare che io abbia già qualche idea? Domandai voltandomi verso di lui cercando di far abituare i miei occhi alla forte luce solare. Ripresi la mia tazza di tè e mi avvicinai nuovamente alla parete del "caso". Vi erano molti articoli di giornale che enunciavano la fine del mondo per mano di un tremendo demone. Avevano visto morti riprender vita, persino streghe su delle scope. Il potere della stampa! Ed ero lì che ero arrivato, alla domanda Perchè? Perchè metter in giro certe fantomatiche notizie creando solo il panico? Naturalmente vuole farci confodere, far spostare l'attenzione e così raggiungere ciò che vuole. Quel ragionamento lo dissi a voce alta. Il perchè era appena arrivato alla mia mente. Dobbiamo uscire Watson.








    NSlEF
    Era meglio per entrambi lasciar perdere l'argomento Mary, non era il caso di discuterne ulteriormente. Non quando il mio umore era ancora ragionevolmente positivo. Seguii i suoi movimenti con lo sguardo, per poi alzare le spalle alla sua domanda. "Di solito è così.." Misi giù la tazza di tè vuota e spostai il peso da una gamba all'altra, cosa che facevo spesso ormai. Mi avvicinai a mia volta al muro cosparso di fogli, osservai il contenuto di alcuni di essi e corrugai la fronte, mentre assumevo un'espressione piuttosto confusa. Non sembrava esserci molta logica nelle frasi impresse sulla carta, anzi.. sembravano abbastanza assurde come affermazioni. Eppure ci doveva essere un motivo preciso, ma quale? "Sicuramente è riuscito a confondere gran parte della gente, a quanto vedo." Feci piano voltandomi verso di lui. Chiunque ci fosse dietro era una persona furba, che non si sarebbe fatta trovare facilmente.. ma se c'era qualcuno che poteva riuscirci si trovava proprio accanto a me, in quella stanza. Afferrai cappello e sciarpa e fui pronto a seguirlo fuori, nelle fredde e affollate strade di Londra, rischiarate almeno un po' dai tiepidi raggi del sole.








    DZtP9
    Notando con quanta rapidità il mio vecchio amico occultò l'argomento matrimonio e si preparò per uscire non mancai di farlo anche io. Anche se sospettavo che il primo argomento sarebbe di nuovo giunto tra le nostre discussioni. Ma al momento mi importava di più un'altra sua opinione. Presi dunque il mio soprabito e uscì dalla mia stanza chiudendo per bene la mia porta. Mrs Hudson sapeva benissimo che non doveva metterci piedi ma era meglio mettersi sul sicuro. Fuori ci aspettava una carrozza che mi ero premuratamente procurato. Bisbigliai al vetturino l'indirizzo e salì all'interno sedendomi comodamente proprio dando le spalle al guidatore. Più che a confodere mio caro amico, è riuscito ad attirare la mia attenzione. Da sotto il soprabito presi l'ultimo giornale. In prima pagine il titolo del ritrovamente del terzo cadevere. Nessuno aveva visto nè sentito nulla e le cause della morte sembravano davvero innaturali. Anche questo corpo era stato trovato con dei strani segni sul corpo e l'espressione terrorizzata sul volto. In più vi era la scomparsa di una quarta vittima. E' so per certo che abbiamo una settimana di tempo per risolvere il mistero.








    NSlEF
    Una volta fuori dall'appartamento non ci fu nemmeno bisogno di chiamare una carrozza, dato che era già lì ad aspettarci. Sorrisi, prima sarei rimasto sorpreso dalla capacità del mio amico di organizzare tutto, ma ormai non ci facevo quasi più caso. Presi a guardare l'ambiente che scorreva lentamente dal finestrino, Londra appariva esattamente come ogni altro giorno, senza differenze degne di nota. Quindi riportai il mio sguardo all'interno della carrozza. "Non ne dubito." A dire il vero aveva attirato anche la mia di attenzione, d'altronde cose simili non si sentivano spesso.. e non sapevo se esserne lieto o meno. Mi sporsi leggermente per riuscire a vedere meglio il giornale, nel quale erano riportati i misteriosi fatti che ci avevano portato su quella carrozza, i quali erano decisamente inconsueti, anche per un periodo di progresso come quello e tutto il resto. La sua affermazione mi costrinse a lanciargli uno sguardo confuso per qualche secondo. "Una settimana? E come mai ne è così sicuro?" Chiesi, non perchè fossi scettico sulla possibilità di risolvere il caso in una settimana -si trattava pur sempre di Sherlock Holmes- ma più che altro perchè non capivo per quale motivo avessimo proprio una settimana di tempo.








    DZtP9
    Rimuginavo ancora sul caso con gli occhi fissi sulla notizia del giorno. Con la coda degli occhi vidi che anche il mio giovane amico era intento a leggerla. Chiusi di colpo il giornale voltandomi verso di lui. Watson così mi delude, non li legge i giornali? Domandai ironico con un sorrisetto. Nascosi il giornale nuovamente all'interno della mia giacca. Bussai infine al vetturino per far fermare la carrozza e scesi. Fra una settimana esatta verrà esposto il tesoro del regno. Continuai così la mia spiegazione. Quale occasione migliore per impossessarsene? Voltato l'angolo l'insegna malandata di un obitorio si aprì davanti a noi. Indicai così il locale e feci cenno a Watson. Ed è qui che entra in scena lei.








    NSlEF
    Scossi la testa con un lieve sorriso prima di rispondere "Non l'avevo ancora letto solo perchè ero occupato, ma non si preoccupi.. ho comunque trovato il modo d'informarmi." Dopotutto c'era anche il lavoro a tenermi occupato. Scesi a mia volta dalla carrozza e annuii alla sua risposta, così mi era tutto decisamente più chiaro. Mi affrettai a seguirlo per strada fino a quando non si fermò proprio davanti ad un obitorio. Era anche vero che avrei dovuto immaginarmelo, ma allontanai quel pensiero per osservare l'edificio, il quale non era sicuramente mantenuto perfettamente.. tuttavia al momento non era quella la cosa importante. "Non vedevo l'ora.." Preferivo avere a che fare con persone vive ad essere sinceri, ma alla fine si trattava pur sempre di medicina. Feci qualche passo per entrare e guardandomi intorno notai l'uomo affrettato che ci stava venendo incontro con una piccola cartella, il quale doveva essere il medico dell'obitorio. "Ci stava aspettando anche lui?" Mormorai con una punta d'ironia rivolto al mio amico.








    DZtP9
    Oh certo, non sia mai che la piccola signorina Morstan sia trascurata per qualche ora. Studiai ogni sua espressione, ogni sua reazione. Col tempo stava imparando a soprendersi sempre meno dei miei modi poco ortodossi. Entrati nell'ingresso di quel posto che sembrava dar vita alla ruggine e alla polvere un uomo tozzo ci corse incontro ansimando. Certo che no. Risposi a Watson facendo un sorriso all'uomo ringranziandolo con un segno della testa e prendendogli la carpetta. Non la aprì nemmeno, la passai al dottore. E' lei il medico. Infine tornai con la mia attenzione all'uomo che di pulito non aveva nemmeno i guanti che di regola doveva indossare. Ci porti alla vittima. L'uomo annuì velocemnte bofonchiando che non sarebbe entrato, non riusciva neanche a guardarla e ne aveva abbasta di vomitare. Sorrisi ingenuamente a Watson seguendo l'uomo sudicio osservando sempre tutto ciò che mi circondava.








    NSlEF
    Cercai di ignorare il suo commento su Mary, mi ero aspettato una frase simile dopotutto. Il medico che si era avvicinato a noi sembrava appena uscito da un lungo giro nelle strade più sporche di Londra, lo scrutai con occhio abbastanza critico.. sebbene non dissi nulla all'uomo. Presi la cartella e la aprii, distogliendo lo sguardo dall'uomo, anche se non seppi constatare se fossero più gradevoli le foto oppure lui. C'era da dire che il lavoro era stato fatto da un esperto senza ombra di dubbio, le numerose ferite erano state inferte con estrema precisione, ad una prima occhiata potevo ipotizzare fosse un chirurgo. Arma da taglio sicuramente. "Posso dirle che il colpevole non è uno sprovveduto.." Seguii l'uomo in silenzio per tutta la lunghezza del corridoio, fino ad arrivare di fronte ad una porta spessa e tornai a guardare il medico che era evidente, non sarebbe entrato. "Non si preoccupi, ci indichi solo il numero della cella." Dissi sfiorandogli appena la spalla con la mano in modo gentile. Riuscì a balbettare un sedici appena udibile, dopo di ché si allontanò in fretta, come se avesse paura anche solo di rimanere vicino a quella porta. Non capivo perchè avesse scelto proprio quel lavoro se si trovava così a disagio. Mi voltai verso Holmes e sorrisi prima di spalancare la porta, dopo pochi secondi arrivai davanti alla cella con apposto con piccoli caratteri il numero, la aprii tirando fuori con attenzione il corpo della vittima. Scostai il telo, abbassandolo fino alla vita, per poi indicare al mio amico una profonda ferita "Vede questa appena sotto lo sterno.. è profonda abbastanza da trapassare diversi strati di muscoli, ma inferta con una precisione tale da non danneggiare nessun organo o arteria. Non è la sola ferita di questo tipo sul suo corpo, si è preso molta calma per portare a termine il tutto."








    DZtP9
    Finalmente lasciati soli da colui che doveva essere il responsabile e di responsabile non aveva neanche l'aria entrammo nella stanza delle celle. Il mio sguardo vagava all'interno della stanza, il dottore invece non fece altro che aprire la cella numero 16 e cominciaire la sua diagnosi di morte. Io non degnai nemmeno di uno sguardo il cadavere ma gironzolavo in giro per la stanza apparentemente senza un preciso motivo. Adesso abbiamo una chiara visione dell'ovvio Watson. Commentai voltandogli le spalle. Senza dubbio erano ferite inferte da qualcuno che aveva conoscenza di Medicina, e magati da un medico stesso, magari anche da qualche medico ripudiato dall'onorato albo dei medici. O ancora un medico che aveva finito la sua carriera e adesso si ritrovava senza aver nulla da fare che divertirsi con giovani donne. Ma ciò che mi chiedevo era come quegli omicidi potessero essere collegati con il furto del tesoro della regina. Sorrisi e tornai vicino a Watson guardando da dietro la sua spalla per la prima volta il cadavere martoriato della ragazza. Lei di certo avrebbe fatto un lavoro migliore, non crede? Ironizzai come mio solito, ma ciò che mi premeva era spingere Watson a far qualche esempio di ottimi medici che avrebbero potuto fare un lavoro così atrocemente raffinato. Per questo il mio amico era lì con me, il corpo della ragazza lo avevo già visto il giorno prima e avevo bisogno il suo aiuto in altri campi. Ancora non riuscivo a credere che in poche settimane la nostra straordinaria coppia sarebbe stata divisa da una... Donna!








    NSlEF
    Mi voltai verso di lui senza fare una piega, ai suoi commenti c'ero abituato. Un lavoro migliore eh? Tralasciando il fatto che non avrei mai fatto una cosa simile, no.. era fin troppo perfetto, ci voleva qualcuno che sapesse operare con una qualità sopraffina. Però chi avrebbe potuto eseguire il delitto con una tale precisione e allo stesso tempo avendone le motivazioni? A pensarci bene un paio di giorni prima mi era stato riferito che un brillante medico che era stato allontanato dall'ambulatorio, presumibilmente per aver aggredito pesantemente un collega e nemmeno per la prima volta. Di conseguenza era stata chiesta la destituzione del suo nome dall'albo dei medici. Io? Non credo proprio. Ma ho ragione di credere che Henry Wilson possa essere una buona opzione. Affermai guardandolo. Non sapevo se lo conoscesse, ma in caso contrario me l'avrebbe chiesto.. avevo imparato a non dare mai per scontato che conoscesse o meno qualsiasi cosa, sapeva essere assai informato anche nelle occasioni più improbabili. Tuttavia, il movente rimaneva -a me perlomeno, confuso.. insomma era un uomo con significativi problemi comportamentali, ma perchè avrebbe dovuto uccidere quella ragazza?





     
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  2. _Bläck.Pëarl_
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    DZtP9
    Inclinai leggermente la testa di lato nell'osservare il mio amico. E io ho ragione di credere che il suo spirito di osservazione stia notevolmente migliorando, mio caro Watson. Ero arrivato anche io a quell'opzione, ma una conferma era sempre necessaria in certe situazione, avere sempre risposte sicure era nel mio mestiere qualcosa di irrecuperabilmente fondamantale. Ma... la domanda è perchè. Non chi. Meditiamo. Gli voltai le spalle e a grandi passi mi recai verso l'uscita. Quel posto era pieno di odori nauseabondi, l'igiene non era ritenuta fondamentale a quanto sembrava. Ma l'odore di naftalina e sapone era saltato all'occhio, o meglio al mio naso. Quel cadavere non puzzava di... Cadavere. Ergo era stato del tutto ripulito a scansa di equivoci. Mi fermai e mi girai nuovamente verso il dottore. Pensa che una visitina al suo vecchio amico potremmo farla? Mi piacerebbe conoscerlo, potrebbe presentarci e magari uscire insieme una di queste sere. Ma niente scenate di gelosia. Gli feci l'occhiolino e uscì definitivamente dalla stanza.


     
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  3. November Rain ~
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    NSlEF
    Sorrisi a quello che poteva essere considerato un complimento da parte sua, cosa piuttosto rara. Annuii brevemente, scoprire il motivo di tale azione sarebbe stato più difficile ma non aveva certo bisogno di sentirselo dire da me in quel momento. Mi sentii decisamente sollevato quando lo vidi dirigersi verso la porta, non ci tenevo molto a rimanere in quell'obitorio -se così poteva essere chiamato, dato che la facciata mostrata da esso non era poi tanto positiva e chiunque ci fosse alla direzione avrebbe fatto meglio a rivedersi un paio di cose.. l'igiene soprattutto. Per la precisione lo conosco di vista. Ma sa.. una visita non è una così brutta idea. Sospirai con un'aria vagamente divertita alle sue parole, perchè alla fine quello che faceva le scenate di gelosia era lui e non io, considerando quanto gli desse fastidio Mary, anche solo quando veniva nominata per puro caso dal sottoscritto. Non gli feci tuttavia notare ciò e mi affrettai a seguirlo all'esterno della stanza, prima che potessi rimanere indietro, forse avrebbe compreso dal mio sguardo quel che c'era da capire.
     
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  4. _Bläck.Pëarl_
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    DZtP9
    Uscito fuori da quel posto respirai a pieni polmoni. Nonostante non fossi proprio un fan della totale igiene, avevo anche io i miei scrupoli. E i miei limiti. Senza salutare il vecchio omuncolo difettoso, nonchè direttore di quel posto ripugnante, salì nella mia vecchia carrozza. Dica pure lei l'indirizzo, l'amico solo di vista è suo. Mi appoggiai allo schienale e socchiusi gli occhi infilando la mano nella tasca della mia giacca. Il tocco dell'oggetto appena sottratto mi fece pensare ad altre ipotesi. Un orologio da taschino così costoso non poteva di certo appartenere a quella ragazza, le sue vesti e le sue mani poco curate facevano pensare a tutto tranne che fosse qualche figlia di nobili. Apri la tua mente Sherlock. Apri la tua mente. Cosa ci potrebbe ricavare un vecchio medico dalle uccisioni di queste ragazze facendo passare i loro omicidi per opere di demoni? Non operava da solo. Questo era certo.
     
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  5. November Rain ~
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    NSlEF
    Salutai l'uomo in fretta, ma non senza una certa cortesia, prima di salire sulla carrozza e sedermi comodamente al mio posto. Lo guardai inarcando lievemente le sopracciglia, eravamo fortunati che io fossi una persona ordinata e non avessi gettato o perso quel piccolo biglietto con su scritto l'indirizzo del medico.. Al 14 di Turnpike Lane, è fortunato che non mi sia dimenticato questo da qualche parte. - feci estraendo il biglietto dalla tasca. Guarda caso non era nemmeno molto lontano dalla nostra posizione e ci mettemmo poco ad arrivare, tuttavia una volta sceso non mi ero aspettato di trovarmi di fronte un edificio che aveva tutta l'aria di essere abbandonato da tempo. Mossi qualche cauto passo all'interno, che sembrava addirittura peggio del suo aspetto esterno, immerso in una semi oscurità e dove ogni cosa era nel più totale disordine.. tanto che sembrava esserci passatto un uragano. Non riuscivo a capire se potesse essere stato il proprietario stesso a ridurre l'appartamento in quel modo, oppure no.. ma mi voltai appena indietro verso il mio amico Holmes, qui non c'è nes.. fui costretto a bloccare a metà la mia frase, perchè avvertii chiaramente un acuto dolore alla spalla destra e sarei sicuramente caduto a terra se non fosse stato per quelle due braccia -tutt'altro che gentili- che mi afferrarono, nonostante ciò c'era ben poco da esserne sollevati dato che l'uomo, presumibilmente Wilson, mi tirò verso di se puntandomi il coltello che aveva precedentemente usato alla gola. Disse qualcosa e aumentò la presa su di me stringendomi la spalla ferita, al che riuscii a sentire solo il dolore farsi più forte e la vista che si annebbiava con il passare dei secondi.


    Ho movimentato un po' le cose.. spero non ti dispiaccia ^^ altrimenti dimmelo che cambio.
     
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  6. _Bläck.Pëarl_
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    DZtP9
    Il dottore dettò l'indirizzo al cocchiere facendo riferimento nel frattempo al suo innato ordine nel tenere e conservare le cose. Forse poteva essere anche una piccola punzecchiatura nei miei confronti dato che io ero completamente il suo opposto. Ma io l'ordine lo tenevo solo in mente. Il resto, come si dice, è noia. Non potrei mai fare a meno della sua ordinata ordinarietà, Watson. Sorrisetto angelico e quando fummo finalmente giunti a destinazione scesi dalla carrozza insieme al mio amico. L'indirizzo non prometteva nulla di buono, ma mai le mie indagini portavano a qualcosa di buono quindi perchè lamentarsi ora?
    L'interno del palazzo era ancora peggio dell'esterno, la confusione regnava sovrana. Era molto peggio della mia stanza... Cominciai a guardarmi intorno e mi voltai verso Watson quando la sua frase si bloccò per qualche motivo. E il motivo venne ai miei occhi quando capì del perchè non aveva completato la frase. Era stato colpito alle spalle e adesso era praticamente impossibilitato a muoversi. Inarcai un sopracciglio.
    Non capisco come faccia a cacciarsi sempre nei guai, Watson!Sospirai, studiando velocemente il da farsi, di certo non avrei lasciato il mio amico in mano a quell'uomo. Rapido sguardo all'ambiente intorno a me. Socchiusi leggermente gli occhi. Guada su!!! Urlai all'uomo e contemporaneamente misi mano alla mia pistola, sparai in aria. L'uomo disorientato e forse anche stupito dal mio comportamento si era distratto alzando il viso all'insù. E in quello stesso istante mi buttai letteralmente su Watson ricandendo qualche metro più in là, mentre il grosso candeliere del tetto cadeva proprio sopra l'uomo ancora interdetto per ciò che stava succedendo. Corrugai la fronte coprendomi il viso con la giacca per evitare la polvere. Deduco che non sia il Dr Wilson.


    Nu hai fatto bene :3
     
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  7. November Rain ~
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    NSlEF
    In un'altra situazione avrei sorriso al suo commento, il fatto era che con lui i guai arrivavano quasi inevitabilmente, tuttavia riusciva sempre a coinvolgermi.. ogni santa volta. E in quel momento non potevo certo mettermi a ribattere dopotutto. Poi accadde tutto in fretta, molto più rapidamente di quanto non mi fossi aspettato, il suono forte di uno sparo risuonò nelle mie orecchie e poi sentii il mio corpo che veniva spinto pesantemente a terra. Ero dolorante e mi girava la testa per l'impatto con il pavimento, ma almeno sapevo di essere salvo e nonostante tutto quella era già una grande consolazione. A dirla tutta un po' di paura l'avevo avuta con quella lama puntata dritta alla gola, tuttavia non avevo dubitato, nemmeno per un istante, che Holmes avrebbe cercato un modo per tirarmi fuori da quella situazione.. cosa che aveva prontamente fatto. Tentai di alzare la testa dal pavimento polveroso per localizzare il mio amico in qualche modo, ma la feci ricadere all'indietro dopo pochi secondi S..sta bene? Non c'erano dubbi.. era proprio da me preoccuparmi della salute degli altri, anche quando quello ferito ero io, ma dovevo essere sicuro che stesse bene, che non fosse stato ferito a sua volta. Lei attira i guai come una calamita semmai.. feci una volta ripreso un po' di fiato -per sciogliere la tensione, poi mi sollevai lievemente sui gomiti portandomi una mano alla spalla, constatando che la ferita non era molto profonda.. niente che non potessi curare a casa, con un paio di punti magari. Una domanda in particolare prese forma nella mia mente; se quello non era il Dr Wilson allora chi era?


    Edited by November Rain ~ - 30/4/2012, 23:11
     
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  8. _Bläck.Pëarl_
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    DZtP9
    Stavo meglio prima, senza dubbio. Alzai la giacca che ancora tenevo davanti al viso e guardai Watson con aria offesa. Non ero io che avevo una lama in gola, o mi sbaglio? Lei non accetta i fatti! Dovrebbe rilassarsi, ha bisogno di una vacanza. Mi tirai a sedere esaminando nuovamente la scena. Cosa avevamo adesso? Ah, si. Un candeliere enorme sopra un uomo... morto. Peccato, possibile sospettato o complice andato, dunque dovevamo iniziare nuovamente a rielaborare altre teorie. Sorrisi e alzai un dito verso l'assalitore di Watson. Non credo che sia venuto a dire addio al caro Wilson, ma se vuole può farlo lei.Mi alzai prendendo la mia pistola dal pavimento e rimettendola al suo posto e infine tesi la mano al dottore per aiutarlo ad alzarsi. A proposito, come sta?
     
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  9. November Rain ~
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    NSlEF
    Non sembrava aver riportato ferite e questo, in qualche modo insieme alla sua risposta, mi fece sentire ben più sollevato. Prima di tutto afferrai la sua mano per riportarmi in piedi -seppur con una leggera smorfia e passai lo sguardo da lui a.. l'uomo che era finito sotto al candeliere. Niente di grave, ho solo bisogno di disinfettare la ferita e metterci una benda su.. al massimo un paio di punti. Ero stato ferito prima, in circostanze ben peggiori e sapevo come comportarmi, inoltre il fatto di essere un medico mi risparmiava la fatica di cercarne uno per curarmi. Poi mi avvicinai allo sconosciuto posandogli le dita sulla gola, ad occhio sembrava morto, ma mi sembrava giusto accertarmene. Niente battito nè respiro, quell'uomo era decisamente passato a "miglior vita". Cosa facciamo adesso? Insomma l'unica persona in quell'appartamento era ormai morta e non potevo fare a meno di chiedermi cosa avremmo potuto fare a quel punto.. ma forse ero io che non ci arrivavo.


    Edited by November Rain ~ - 2/5/2012, 17:17
     
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  10. _Bläck.Pëarl_
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    DZtP9
    Fui comunque sollevato dalla sua risposta. Stava bene e questo era più che importante per me, anche se non lo davo a vedere. Misi le mani dietro la schiena nell'osservare i suoi movimenti, si stava accertando che l'uomo fosse veramente morto. Un vero professionista senza alcun dubbio. Non è a lui che deve dire addio, Watson. Sorrisi e gli indicai con gli occhi il soffitto. Il dr Wilson era appeso come un sacco per il collo e penzolava dal tetto. E alzai anche io il viso in sua direzione. Come avrà fatto a finire fin lassù, mi domando. Era esattamente al centro della stanza, il tetto era alto e... Nessuna scala intorno che potesse essergli stata d'aiuto. L'unica risposta possibile era che qualcuno lo aveva diciamo "aiutato" a posizionarsi proprio lì. E quel qualcuno poteva esser stato l'uomo che aveva appena aggredito il mio amico. Ma anche di questo dubitavo, lo avremmo comunque sorpreso con qualche aggeggio o con qualche scala... Ma il corpo di Wilson non sembrava esser lì da poche ore, anzi... Sembrava proprio da settimane. Ormai non sanno cosa inventarsi per suicidarsi, non crede anche lei? Tornai a guardarlo nuovamente e gli fece segno con un dito di guardare il pavimento. Proprio sotto il corpo di Wilson una stella di Davide. Simbolo di molti riti. Ma... sarà stato qualche stregone o qualche fantasma. Magari il demone di cui tutti parlano. Mi farebbe piacere incontrarlo.
     
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  11. November Rain ~
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    NSlEF
    Rivolsi uno sguardo accigliato al soffitto, dove si trovava il corpo del Dr Wilson.. non poteva essere finito fin lì da solo. E a dire dall'odore e dal colorito del cadavere non aveva l'aria di esserci da poche ore. Quella storia si stava facendo sempre più strana e complicata, perchè qualcuno avrebbe dovuto uccidere Wilson? Forse un parente di una delle vittime, ma non c'era niente che potesse chiarirlo. Guardai nuovamente nella direzione che Holmes mi aveva indicato, quella volta verso il basso e con non poco stupore notai una stella di Davide, ciò non fece altro che confondere ulteriormente la mia debole teoria. Mi voltai verso di lui inarcando un sopracciglio "Avevo pensato che qualcuno avesse voluto farsi giustizia da solo, ma questa stella..." - senza contare che di solito quel genere di azioni solitamente venivano compiute in modo molto più semplice, invece in quel caso c'era troppa precisione e.. una strana scelta simbolica. Mi faceva pensare ad una specie di setta o qualcosa del genere.
    "Ha idea di dove possa essere?" Londra era grande, non sarebbe stato semplice trovarlo, una chiesa ebraica forse? Chissà perchè, ma dubitavo che i pericoli fossero finiti, sarà che ormai non si riusciva a trovare un attimo di tranquillità nemmeno a casa.. sarà perchè Londra in quel periodo era a dir poco in subbuglio, ma comunque in qualunque modo la girassi la solfa rimaneva sempre quella. Ormai ci avevo quasi rinunciato ad avere una vita normale, quasi appunto.


    Edited by November Rain ~ - 19/7/2012, 19:51
     
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